Domani domenica, con la finale al Wembley Classic di Londra, si concluderà l’Europeo di calcio, versione tardiva del 2020.
Il torneo è valsa la pena aspettare.
Per quattro settimane, gli appassionati di calcio europei, duramente colpiti dalla pandemia, hanno ricevuto intrattenimento di livello mondiale nelle arene di dodici paesi ospitanti, dove la filosofia offensiva del calcio ha sempre vinto.
Comunque, mi sentivo così.
L’euforia era probabilmente accresciuta da un senso di modernità: il fatto che ci fossero grandi folle in molte partite, che le immagini televisive mostrassero pub britannici affollati di fan che cantano e che gli svedesi socialmente affamati potessero guardare le partite insieme nei pub sportivi locali.
Come se tutto fosse tornato alla normalità. Come se l’epidemia fosse finita.
Non impariamo ad avvicinarci al “rilascio della mucca” da questo, per usare l’espressione di Henrik Mitelman di Di.
Purtroppo l’epidemia Non è ancora finita, come dimostra la crescente prevalenza della variante delta.
Ma il fatto che il torneo possa ancora svolgersi, oltre che con il pubblico, è di per sé un successo e la prova che i politici e la sanità del continente hanno fatto finora un buon lavoro con le vaccinazioni.
Le imminenti Olimpiadi in Giappone, ad esempio, non consentiranno alcun pubblico.
È anche speciale La finale di domenica sarà tra Italia e Inghilterra, due dei paesi europei più colpiti dal virus e dai lockdown.
I musicisti rock italiani tornano a casa per l’Eurovision Song Contest di primavera. Se gli uomini elegantemente vestiti di capitan Roberto Mancini reclameranno gli Europei di calcio, la rivincita nazionale sarà realtà.
Ma data l’abitudine degli italiani di tirarsi fuori dai guai, potrebbe non essere un grosso problema.
Proprio come l’Eurovision Song Contest Il campionato europeo di calcio ha incluso anche molti elementi politici interessanti. Ciò include le proteste LGBTQ contro la squadra nazionale ungherese, il pubblico russo che canta contro la manifestazione “Black Lives Matter” del Belgio e il tentativo dell’Ucraina di stampare slogan militari “Honoring Heroes” sulle maglie della squadra nazionale.
Ma soprattutto è stato interessante vedere quali società hanno sponsorizzato il torneo. O meglio: quali paesi hanno voluto partecipare e pagare per questa uscita di vacca: Qatar, Russia e soprattutto Cina.
Rafforza l’immagine della vittoria europea.