Per poco più di due settimane, i paesi dell’UE hanno sostenuto e minato la proposta della Commissione europea di ulteriori sanzioni in relazione alla guerra della Russia in Ucraina. In primo luogo, si tratta di adottare misure più severe nei confronti di aziende e paesi che aiutano la Russia a eludere i precedenti pacchetti di sanzioni riguardanti l’esportazione e l’importazione di tutti i tipi di merci.
Soprattutto, però, l’Ungheria per il momento dice fermamente no, né alle sanzioni né a un ulteriore sostegno finanziario per l’acquisto di armi da parte dell’Ucraina.
la ragione? Rabbia per il fatto che la banca ungherese OTP sia stata inserita nella lista nera dell’Ucraina delle società internazionali che ritengono stiano aiutando la Russia.
– OTP non ha violato alcuna legge internazionale. Il 15 maggio il ministro degli Esteri Peter Szijjarto ha dichiarato che la sua collocazione nell’elenco degli stati sponsor della guerra internazionale è inaccettabile e scandalosa.
L’ottimismo svedese
Secondo il sito di notizie Politico Europe, anche la Grecia si è unita alle denunce e vuole che le società greche vengano rimosse dall’elenco.
Il collega svedese Tobias Bellström (MAN) è comunque ottimista
– Certo, questo è il caso di queste operazioni. Dobbiamo ascoltare cosa pensano e pensano i diversi Stati membri, dice Bellstrom mentre si reca alla riunione dei ministri degli Esteri dell’UE a Bruxelles.
– In diverse occasioni dall’inizio dell’aggressione russa contro l’Ucraina, l’Unione europea ha dimostrato di essere in grado di superare queste difficoltà interne sulle quali a volte dobbiamo concordare. Dopo tutto, siamo di fronte all’undicesimo pacchetto di sanzioni, non al primo. Quindi lo guardo positivamente. Il ministro degli Esteri ha detto di sicuro che troveremo una soluzione a tempo debito.
Ministri balcanici
All’incontro Ue di oggi sono attesi colloqui anche sulla situazione negli Stati affamati di Ue dei Balcani occidentali, i cui ministri degli Esteri sono lì per pranzare con i colleghi Ue.
Bellstrom ei suoi colleghi discuteranno anche della situazione in Sudan, che dovrebbe anche inasprire le sanzioni contro l’Iran per la repressione del regime della linea dura sulle proteste civili nell’ultimo anno.
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