Sabah Al-Salem Haniyeh, 57 anni, è la sorella del leader di Hamas Ismail Haniyeh, 62 anni, e sembra condividere la sua visione del mondo.
Ora è stata accusata di elogiare l'attacco terroristico di Hamas contro Israele il 7 ottobre.
Riguardo all'attacco, in cui sono stati trucidati i partecipanti al festival e altre persone sono state uccise, mutilate e bruciate, la sorella ha inviato messaggi a circa una dozzina di contatti, incluso suo fratello, ha riferito il Daily Mail.
La sorella voleva vedere più “massacri”.
Ha lodato l'aggressione ma ha comunque chiesto ulteriori “massacri”, secondo il giornale che ha letto l'atto d'accusa contro di lei.
Uno dei messaggi diceva: “Oh Dio, contali, uccidili e non lasciare nessuno di loro, o Dio”.
Un video delle Forze di difesa israeliane (IDF) mostra come la sorella è stata arrestata nella sua casa nella città di Tel Sheva, nel sud di Israele, il 1° aprile.
Almeno cinque soldati saltano da due minibus senza contrassegni prima di dirigersi verso un complesso residenziale recintato. Entrano nella casa di Sabah Al-Salem, Haniyeh, dove lei si arrende silenziosamente mentre è ammanettata.
Il leader di Hamas vive in Qatar
In precedenza, tre figli del leader di Hamas e quattro dei suoi nipoti erano stati uccisi in attacchi aerei israeliani.
Lo stesso Ismail Haniyeh risiede in Qatar, proprio come il resto dei vertici di Hamas, secondo il Daily Mail.
L'attacco terroristico del 7 ottobre è stato il punto di partenza della dichiarazione di guerra di Israele contro Hamas a Gaza. Secondo l’autorità sanitaria di Gaza controllata da Hamas, la guerra dura ormai da più di sei mesi e ha causato la morte di 34.000 palestinesi.
Domenica notte Israele ha lanciato due attacchi aerei sulla città fortificata di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Secondo l'Autorità sanitaria, gli attacchi hanno provocato la morte di 22 persone, di cui 18 bambini, tra cui un bambino di tre anni. AP.
A Rafah vivono 2,3 milioni di palestinesi, ovvero più della metà della popolazione di Gaza, costretti ad abbandonare le proprie case durante la guerra.