Magnus Eriksson è rimasto in panchina quando si è assicurato il posto finale in Coppa.
Allo stesso tempo, si dice che l'IFK Värnamo sia alla ricerca di un capitano per il Djurgården.
– Dice che la situazione è lungi dall'essere ottimale.
Magnus Eriksson si è dovuto accontentare di incursioni più brevi in Coppa di Svezia. Nei calci di rigore di ieri contro l'AIK, il 33enne non ha segnato nemmeno un minuto.
– Era teso e frustrante e poi ci siamo sentiti estasiati quando siamo riusciti a farlo bene. “Sono molto orgoglioso dei ragazzi”, dice.
Scritto sabato scorso Calcio in diretta Che l'IFK Värnamo ha mostrato interesse per Eriksson. Quando Sportbladet ha chiesto informazioni sulle voci, il capitano della squadra ha risposto:
– Sono pienamente consapevole della situazione in cui mi trovo adesso e ne so molto. Ho ricevuto richieste sì.
Come vedi la situazione così com'è?
– È tutt'altro che ottimale. Ma detto questo sono molto onorato nei confronti dei ragazzi e dell’associazione. Ci sono giorni facili e ci sono giorni difficili. Arrivo a Kaknäs e cerco di contribuire ogni giorno e spero di essere ricompensato prima o poi.
Pensi di poter restare con la situazione attuale o hai bisogno di più tempo per giocare?
– Non l'avrei mai fatto se mi fossi accontentato di sedermi fuori. Ma non è solo “disegno, giocherò”. Ci sono sentimenti coinvolti e ci sono decisioni che sono più grandi di te stesso. Ero e sono tuttora molto impegnato con Djurgarden. E' il mio club. Poi voglio giocare a calcio e penso che sia salutare farlo.
“È dura”
Lo stesso Ericsson non sa quando verranno prese le decisioni sul futuro.
– Non ho fissato un programma oggi. Oggi sono un guardiano dello zoo e ne sono molto felice. Allora vuoi giocare a calcio. Ora ho stretto i denti e ho accettato che non c'era molto tempo per giocare. Questa non è la soluzione ideale, ma di certo non è necessario agire adesso. Ne ho già avuto la possibilità, ma per vari motivi Djurgården è ancora il primo classificato. Oggi rimane il numero uno finché non succede qualcos’altro.
La porta non è completamente chiusa per muoversi?
– Completamente chiuso, per niente. È più complicato di quanto molti potrebbero pensare.
Erikson non nasconde che la situazione è difficile.
– È ovviamente difficile. Alcuni giorni ti arrendi, vai ad allenarti, diventi il capitano della squadra che conosco e guidi semplicemente la macchina. Poi alla fine vorrò sempre giocare a calcio, quindi ovviamente è una questione di bilanciare le due cose. È frustrante stare in disparte quando sei così appassionato di qualcosa, ma rispetto i miei compagni di squadra e la situazione in cui mi trovo.
Come si svolge il dialogo con gli allenatori?
– Parliamo molto poco. Allora perché non gioco molto adesso forse non ne parliamo molto. Parlo soprattutto con Bosse (Anderson) e non ci sono “problemi” a questo livello.