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Il test delle relazioni difficili – Biden incontra Erdogan

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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, a sinistra, stringe la mano al presidente turco Recep Tayyip Erdogan in relazione al vertice del G20 in corso a Roma.  Sullo sfondo, tra gli altri, la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, a sinistra, stringe la mano al presidente turco Recep Tayyip Erdogan in relazione al vertice del G20 in corso a Roma. Sullo sfondo, tra gli altri, la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden incontrerà il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan in occasione del vertice del G20 in corso a Roma domenica.

L’intenzione era che i due tenesse discussioni bilaterali durante l’incontro sul clima della prossima settimana a Glasgow, nel Regno Unito, ma secondo un alto rappresentante dell’amministrazione Biden, l’incontro tra i leader dei due paesi della NATO si svolgerà domenica. mattina.

All’ordine del giorno la situazione in Siria e Libia, oltre ai vari sistemi di difesa che la Turchia sta acquistando da Russia e Stati Uniti.

Sistema di difesa aerea russo

Non esiste una relazione senza attriti tra Erdogan e Biden, e l’ultima volta che i due leader si sono incontrati è stato durante il vertice della NATO a Bruxelles quest’estate.

Le ragioni di questo traballante rapporto sono dovute, tra l’altro, alla decisione turca nel 2019 di acquistare il sistema di difesa aerea russo S-400. Di conseguenza, alla fine dello scorso anno, gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni all’autorità turca per gli appalti militari SSB.

Di recente, nel settembre di quest’anno, Erdogan ha dichiarato alla televisione americana di non escludere il proseguimento degli accordi sulle armi con la Russia, nonostante le minacce statunitensi di ulteriori sanzioni.

L’ambasciatore della Svezia

Nel corso dell’incontro tra i due leader dovrebbe essere affrontata anche la crisi diplomatica – in cui è coinvolta la Svezia.

Riguarda la dichiarazione di Erdogan della scorsa settimana secondo cui dieci ambasciatori stranieri ad Ankara – tra cui Stati Uniti e Svezia – sono persona non grata nel Paese.

La ragione della rabbia turca è stata la richiesta degli ambasciatori nominati di rilasciare l’uomo d’affari e attivista Osman Kavala.

Ma da allora è avvenuta una sorta di capovolgimento e il tono verso gli ambasciatori non è stato alto.

– Francamente non sono sicuro che questo incontro possa aver luogo se (Erdogan) attua la deportazione, dice il funzionario di Bident.

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