Papa Francesco ha incontrato lunedì l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti (UICI) e ha incoraggiato la società italiana ad essere un simbolo di speranza di fronte alle crescenti difficoltà, come ha fatto la loro patrona Santa Lucia.
Bénédicte Cedergren – Città del Vaticano
Lunedì papa Francesco ha incontrato l’Associazione italiana ciechi e ipovedenti. Union Italiano dei Cecchi e Decli Ipovedenti (UICI), si stanno attrezzando per festeggiare domani, martedì 13 dicembre, la loro patrona Santa Lucia.
UICI è un’associazione aconfessionale e senza fini di lucro fondata nel 1920 e attualmente membro della WBU, Associazione Mondiale dei CiechiÈ stato istituito per sostenere un mondo migliore e più sicuro per i non vedenti e per rimuovere i pregiudizi nei loro confronti in modo che possano raggiungere la piena integrazione nella società.
Coraggio di Santa Lucia
In un discorso papale tenuto nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico in Vaticano, il Papa ha elogiato il desiderio della Compagnia di incontrarlo il giorno prima della festa di Santa Lucia, che “esprime la religiosità del popolo italiano”.
Santa Lucia, vissuta tra il 283 e il 304, nacque a Siracusa, in Sicilia, dove morì martire per la sua fede durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano. Si dice che le siano stati cavati gli occhi dagli uomini dell’imperatore che l’hanno torturata, o da Santa Lucia per evitare di sposare l’uomo per cui sua madre aveva votato. Nell’art. Santa Lucia, ha detto il Papa, ci ricorda che “la più alta dignità dell’uomo è testimoniare la verità, seguire la propria coscienza senza compromessi ad ogni costo”. Questo, ha detto Papa Francesco, significa “stare dalla parte della luce, servire la luce”.
“Siate persone chiare, trasparenti e oneste; Comunicare con gli altri in modo aperto, comprensivo e rispettoso. Aiuta a diffondere luce negli ambienti in cui viviamo ea renderli più umani e vivibili.“
Inclusione delle persone con disabilità
La Chiesa non sempre considera i non vedenti bisognosi di aiuto ea volte privi di compassione, ha spiegato il Papa.
Le persone con variazioni funzionali sono una risorsa preziosa nella società. Le variazioni funzionali non vanno affrontate con “pietismo o assistismo”, ma piuttosto con la consapevolezza di “fermezza, responsabilità e solidarietà, risorsa per tutta la comunità e per la comunità ecclesiale”.
Guidato da principi etici e coscienza civica, il Papa ha esortato tutte le persone con disabilità visive ad essere in prima linea nella creazione di società più inclusive. Sostenersi a vicenda”.
“Tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri, non solo le persone con disabilità. Abbiamo tutti bisogno dell’aiuto degli altri per andare avanti nella vita, perché siamo tutti deboli dentro, ognuno di noi”.
Diffondere la fede nella società
Papa Francesco ha concluso incoraggiando la Compagnia a continuare ad andare avanti “come forza che esprime fede e speranza, con uno stile sempre più creativo e propositivo”, e a continuare a seguire l’esempio di Santa Lucia, che non si è lasciata soccombere alle lusinghe o alle Morte. Minacce, ma invece ha coraggiosamente sostenuto la sua fede e dignità.
“La società italiana ha bisogno di fede, e quella fede nasce prima di tutto da chi, nella sua debolezza, non si chiude in se stesso o si autocompiange, ma collabora con gli altri per migliorare il mondo.