Revisione. Intervistare un’icona letteraria prende la sua donna. Lo conferma il giornalista italiano Leopoldina Pallotta della Torres Miglior libro di interviste Margherita Duras. Le interviste sono state condotte per La Stampa e pubblicate in forma di libro in Italia nel 1989, pochi anni prima che il deterioramento della salute di Dura a causa dell’alcolismo portasse alla sua morte nel 1996. Generale, fino all’età di quattordici anni è apparso in traduzione francese. Ora è pubblicato in svedese, ben tradotto da loro Kenneth Klemetz, che negli ultimi anni ha fatto molte traduzioni efficaci dei titoli di Dura, soprattutto dal compianto autore. Anche se può sembrare un po’ strano tradurre la traduzione francese di un’intervista, che è stata tradotta in italiano, di una conversazione avvenuta in francese, questa pubblicazione è anche una vera Lisa per l’anima.
Verso la fine della sua carriera, Duras si è lasciato intervistare più volte, in svedese, per esempio, prima Girolamo Beauger Libro di conversazione “Everyday Matters”, splendidamente tradotto Katharina Frostensen – ma “Conversazione con Duras” brilla in modo più specifico al riguardo. Che è difficile da definire. L’ottima lettura e la capacità di strutturare il materiale di Pallotta della Torre non bastano, ecco qualcos’altro che sostiene la costruzione: forse qualcosa di semplice come un tocco rilassato e infinito con una grande diva. Pallotta della Torre realizza così un ritratto intimo e illuminante dell’autore che ti lascia con l’impressione che sia qualcosa che non hai mai letto prima.
“Conversazioni con Duras” porta un amore forte e clemente a uno scrittore che, se hai vissuto abbastanza per leggere Duras, deve essere soggetto ai suoi cicli interni: puoi stancarti di Duras, come sederti in una veranda estiva. Ascolta la vuota saggezza di vita di un genitore ubriaco nel crepuscolo, ma ascolta ancora, perché l’amore la tiene. Il libro di Pallotta della Torre ronza ovunque perché la cosa notevole del suo testo è che, sebbene non porti alcuna nuova informazione sulla scrittura, sul cinema o sulla vita di Dura, dà comunque un senso a tutto ciò che è stato detto. inutilizzato.
Pallotta della Torre trova l’ostinata ragazza inflessibile e accetta, o non è d’accordo, di portarla a casa sua a Saint-Benoît, dove ubbidientemente arriva alle loro riunioni all’ora stabilita. Duras manda la sua sposa in declino, Yan Lemy, chiamava Yan Andrea, per aprire la porta o spingerla quando Pallotta della Torre pensava che non fosse opportuno. Si lascia corrompere con il parmigiano e mangia caramelle alla menta piperita senza invito, e quando finalmente accetta con riluttanza di farsi fotografare per un’intervista, tutti i suoi preziosi anelli sono chiaramente visibili nella foto. Quando finalmente si vedono, il suo viso è gonfio e il suo sorriso è distante, come se fosse già andata via, ma chiede avida e curiosa della vita e dei ricordi di Pallotta della Tor. Appare una persona tanto meravigliosa quanto fragile: vanitosa e amichevole, spontanea e controllata.
Le domande intelligenti ma concrete di Pallotta della Torre sono caratterizzate da una sorta di attenta riverenza che gli impedisce di soccombere alla vecchia idealizzazione statica e al culto del genio attorno a Duras, e gli permette di porre contro-domande come “Ma non sono .” Non stai esagerando un po’ adesso?” Duras fece qualche commento verbale estatico che era solo grazie alla sua omosessualità. Proust La letteratura può essere creata. È meraviglioso, spesso molto divertente e crea un ritratto molto veritiero, umano e complesso. Duras è bellissima quando parla scaltramente degli uomini e del marxismo Jean-Paul Sartre E Roland Barthes O dichiara il suo disinteresse Jacques Lacan, scrisse il suo famoso romanzo degli anni Sessanta “The Rapture of Lol v. Stein” e lo considerava l’epitome della sua stessa teoria psicoanalitica. Ad esempio, si deve obiettare alle sue affermazioni esplicite sull’omosessualità, ma è difficile apprezzare la sua politica generalmente non programmatica. Il suo desiderio materiale, “indicibile e insondabile per natura”, i suoi colpi di scena, nessuno di questi è oscuro. Ciò non significa che non abbia un senso di giustizia: me lo è ricordato mentre leggevo insieme a Duras Hélène Cixous E Michel Foucault Hanno rifiutato gli inviti in Francia negli anni ’70 e ’80 Vanessa Springora Nel suo racconto più famoso, cita come è stata vittima di un famoso scrittore e pedofilo francese, con la tacita approvazione di coloro che la circondano, e parla di rapporti sessuali tra adulti e minori come innocenti. Le petizioni sono state firmate da altri importanti intellettuali Simone de Beauvoir E Gilles DeleuzeCome Sartre e Barthes.
Pallatta della Torre fa parlare a Duras di cinema e letteratura, del suo tempo nel Partito Comunista, della sua tumultuosa infanzia in Indocina – così come del suo minaccioso e indimenticabile figlio. Jean Macolo. Le ultime parti fanno male, e c’è una profonda tristezza alla vista del figlio leggermente evitato di Dura, che lei chiama “amico” e “scorta”, “un grande compagno di viaggio”, conoscendo tutti i suoi nervi dentro e fuori. Soldi e cibo ma non è chiaro di chi fossero i genitori.
Una tale vita deve essere necessaria per il figlio di un artista, che si dedica alla sua scrittura: una scrittura nell’abisso del desiderio, al confine tra violenza e dissoluzione. Duras non sopporta l’intensità da sola, ma si intorpidisce con l’alcol senza cui non può vivere, rendendosi conto di “come fai sentire una persona”. Pallotta della Torre non permette a Duras di idealizzare questa ubriachezza o altro, rimanendo lucido e imperturbabile nel suo ruolo di ascoltatore e interrogatore, mentre in ogni momento profondamente grato all’inseparabile maestro. Questo atteggiamento restituisce un testo che fa riapparire una persona composta e un grande scrittore, ed è molto chiaro. Come lettori purificati e rinati, i lettori riconoscenti devono continuare tra noi.
Non in prosa
Leopoldina Ballota della Torre
Conversazione con Duras
Tradotto da Kenneth Klemetz
Ellerstrom, 158 pag.
Hanna Nordenhök è una scrittrice e membro dello staff sulla pagina della cultura di Expressen. Il suo ultimo romanzo è “Cesarea”.
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