Ebba Einarsson ha vinto l'oro – e l'argento – nel canottaggio, uno sport che pratica da quando aveva otto anni. Era luglio 2017 e lei aveva 17 anni.
Ma quell'estate arrivò il giorno in cui qualcosa non andò per il verso giusto.
-Mi faceva male la schiena e le gambe erano molto stanche. Spesso sentivo il dolore dell'esercizio. La sera il dolore non faceva che aumentare. “Siamo andati al pronto soccorso”, dice.
È stata eseguita una risonanza magnetica ed è stata eseguita una biopsia del midollo spinale. A quanto pare Ebba Einarsson ha subito un'insolita emorragia al midollo spinale. Era paralizzata dalla vita in giù.
– All'inizio probabilmente ho iniziato a pensare a cosa avrei fatto invece, se avessi perso gran parte di me, come il canottaggio nella realtà. Non sapevo come fosse il futuro.
A quel punto L'aveva fatto Non ho mai sentito parlare di kitesurf. Ho cercato su Google ed è ancora in ospedale.
– Ho visto la campionessa del mondo – allora e adesso – Birgit Skarsten, dalla Norvegia. Dopotutto avevo remato e sentivo di voler verificare anche se esisteva quella possibilità.
-Qualche mese dopo, ho provato una barca personalizzata.
Era nel campo di addestramento Nella Repubblica Ceca. Ebba Einarson era lì con i suoi vecchi compagni di allenamento abituali.
– Allora ero l'unica sul parapendio, dice.
– Ricordo di aver pensato che le cose andavano molto lentamente e che tutti mi passavano accanto. Probabilmente ero il più frustrato. È questo ciò che dovrebbe essere, non so se penso che dia la stessa sensazione di prima, ricordo di aver pensato. Forse ero un po' incerto se continuare o meno e se sarebbe stato altrettanto divertente.
Dopo circa un mese è arrivato il momento di allestire un nuovo campo. Quella volta in Italia, quella volta con soli rematori. Lì è stato organizzato anche un concorso internazionale, al quale ha partecipato Ebba Einarsson.
– Quando ho corso quella gara, ho sentito la stessa fretta e la stessa sensazione che avevo prima. È stato allora che ho capito che anche lei faceva la stessa cosa, e l'ho trovata altrettanto divertente. Ho sentito che questo è ciò che voglio continuare a fare.
Ebba Einarson siede con il supporto Un posto speciale nella barca, che pesa dieci chilogrammi in più. Solitamente le gambe svolgono gran parte del lavoro del vogatore, ma per lui è la parte superiore del corpo a sostenere il peso.
Si sta allenando con il club nella sua casa di Falkenberg ed è ora pronta a scrivere la storia dello sport svedese. Il 24enne è il primo vogatore paralimpico svedese. La wild card le ha permesso di competere nella gara di canottaggio dei 2000 metri a Parigi.
-È fantastico! È un onore.
Hai qualche obiettivo pronto per te?
-Inizialmente l'obiettivo era poter competere lì. Ma ora voglio solo correre davvero la gara più bella della mia vita. Poi vedremo dove ci porterà.