Il processo di trasferimento va avanti da decenni. Lentamente ma inesorabilmente, il villaggio si svuotò di persone.
Oggi a Santo Stefano di Sessanio, in Abruzzo, a est di Roma, vivono solo 122 persone.
I giovani si trasferiscono nelle città e le piccole comunità si svuotano di vita. Ecco come appare l’urbanizzazione in gran parte dell’Europa e del mondo occidentale. Ma a Santo Stefano di Sessanio i politici locali non solo hanno pianto le case abbandonate in rapido degrado, ma hanno preso una decisione
– Diamo soldi per tre anni agli under 40 che si trasferiscono qui, dice il politico locale Ciro Ranieri.
Più di 30.000 richieste
Il comune eroga 8000 euro all’anno, che sono poco meno di 90.000 corone all’anno. Inoltre, coloro che vi si trasferiscono e creano una società ricevono anche un contributo per essa, una somma forfettaria di un massimo di 220 mila corone svedesi. Puoi anche ottenere aiuto per trovare un alloggio a un prezzo molto basso. La gestione del villaggio è rivolta principalmente a cittadini italiani e comunitari, ma c’è stato grande interesse in tutto il mondo.
– Abbiamo ricevuto più di 30.000 domande e siamo completamente sopraffatti, afferma Ciro Ranieri.
Parliamo mentre camminiamo lungo le stradine tortuose dove le case ormai abbandonate si riempiono di nuova vita. La bella vista sulle montagne è in parte oscurata dalle gru, è in ristrutturazione ovunque e c’è grande fiducia nel futuro.
Coloro che desiderano richiedere la borsa di studio devono trasferirsi qui, vivere in paese, avere meno di 40 anni e lavorare qui. Vogliamo portare qui i giovani, far vivere qui famiglie e bambini, creare un futuro per la nostra comunità e ispirare altri comuni scarsamente popolati in tutta Europa, afferma Ciro Ranieri.
Triplica le mie vendite.
Valeria Galizzi è uno dei giovani che gestisce un’attività in proprio a Santo Stefano di Sessanio, e ha un negozio che vende abiti in lana di tutte le pecore della zona.
Ho triplicato le mie vendite da quando ho aperto un negozio qui. Mi sento parte di questo villaggio ora, dal futuro. Ma la cosa più importante non sono i soldi, ma la qualità della vita, dice Valeria Galizzi e continua:
– Tutto quello che non potevo avere in città l’ho qui: una casa, un giardino, un pollo privato, aria fresca, vicino alla natura, uno stile di vita completamente diverso dalla città. Si spera che più persone seguano e che i treni in movimento inizino a dirigersi di nuovo verso l’area scarsamente popolata e non lontano da essa!
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