Quindi suonerai con due band diverse al festival?
– Sì, puoi dirlo. Martedì (stasera) suono con il trio di Lucia Cadotsch “Speak Low” presso il club italiano Casa degli Italiani a Gamlestan, e domenica l’intero festival si conclude con il mio progetto Bastujazzen presso la Gothenburg Rowing Association a Saltskär.
Sauna-jazz?
– È una specie di serie di feste a cui penso da molto tempo. L’idea è che io e tre musicisti improvvisatori, Anna Hoberg, Fin Luxbow e Martin Aumann, prima facciamo alcuni brevi concerti da solista all’interno della sauna chiusa, dondolando su una zattera in mare, solo per cinque o dieci persone alla volta, cambiando il pubblico. Il suono sarà molto secco e delicato lì, e la vista sul mare è incredibile! A seguire, ci sarà un concerto jazz più tradizionale con noi quattro all’interno del club del club di canottaggio, e un open bar con passera fritta e altre cose. Infine, concludiamo Sauna Jazz, e in effetti l’intero Gamlestan Jazz Festival, accendendo la sauna e facendo fare il bagno a chi lo desidera.
Qual è il tuo rapporto con GMLSTN JAZZ?
– Nessuno direttamente, questa è la prima volta che suono al festival, ma l’ho visitato molte volte e quest’anno sono le persone della mia cerchia sociale che lo organizzano. È importante per Göteborg avere un festival jazz più moderno come questo, e spero davvero che continui per molti anni a venire. Sia per il bene della città che per i suoi abitanti.
Vivi a Berlino da cinque anni e ti guadagni da vivere suonando jazz al sassofono. Come funziona?
– Sì, vivo di musica da quando mi sono trasferito in Germania. Raramente hai concerti di jazz qui a Berlino, ma c’è sempre molto da fare e puoi fare un tour in Germania, il che ti porta un po’ di soldi.
Quindi hai diversi progetti in corso contemporaneamente?
– SÌ. Suono standard jazz leggermente diversi con il trio (Otis, Lucia Kaduch e Peter Elde) e musica balcanica con Gutenberg Gadjos, ma a Berlino collaboro anche con molti musicisti diversi e partecipo a diversi progetti. Ho anche registrato il mio primo album e spero di pubblicarlo quest’anno. Dato che vivevo nella zona dei matrimoni, sentivo che il nome della mia band era giusto.
Il matrimonio di Otis..?
– (Risate) Esattamente!
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