Ci sono molti marchi automobilistici cinesi e ancora di più con l'aiuto dell'Italia.
Lo riferisce il quotidiano finanziario italiano Nel sol 24 ore Il governo del Paese sta valutando l'acquisizione tramite mandato dei marchi automobilistici Autobianchi e Innocenti. I due marchi classici sono inattivi dagli anni '90 e oggi, parte dell'impero Fiat, fa parte del gruppo automobilistico franco-tedesco-italiano Stellandis.
Nel dicembre dello scorso anno è stato presentato un disegno di legge che consentirebbe alle autorità italiane di sequestrare i marchi che non sono stati utilizzati per cinque anni o più.
Questi possono essere emessi a società, comprese società straniere, disposte a investire sotto il controllo del governo.
In questo caso, il Ministero dell'Economia italiano ha già registrato le nuove versioni dei due marchi, e negli ultimi mesi i rappresentanti del governo italiano hanno avuto colloqui con diverse case automobilistiche cinesi.
Stellandis afferma di non essere stato informato dei piani del governo italiano.
Rispettare la manifattura italiana
Il governo italiano ha gli occhi puntati su Stellandis mentre il gruppo sposta la produzione e i posti di lavoro dall’Italia ad altri paesi. Il governo afferma di proteggere le industrie manifatturiere e di esportazione del paese.
Tra le altre cose, l'Alfa Romeo Jr. lanciata di recente ha cambiato nome da Milano perché non è prodotta in Italia, e la guardia di finanza italiana ha sequestrato la Fiat Topolino di fabbricazione marocchina. Si ritiene che entrambi violino il marchio italiano “Made in Italy”.
Autobianchi e Innocenti
Autobianchi e Innocenti, come accennato, sono due classiche case automobilistiche italiane. Autobianchi è stata fondata nel 1955 e come marchio è conosciuta soprattutto per il modello A112. Tutto andò bene alla Lancia nel 1996, e da allora il mondo non ha più visto auto con una “A” sul davanti.
La Innocenti è stata fondata nel 1933 e per alcuni anni negli anni '70 ha fatto parte della British Leyland (meglio conosciuta per la Mini) e della Di Tomaso. Nel 1997 il marchio finì nel cimitero.
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