Insegnando al grande pubblico, Papa Francesco ha descritto come la disperazione e la tristezza, anche se considerate esperienze negative, possono insegnarci cose importanti e rafforzarci spiritualmente, se sappiamo affrontarle con apertura e consapevolezza.
Charlotte Smedes – Vaticano
Papa Francesco ha proseguito le sue catechesi sul tema del discernimento, affermando che il discernimento, che essenzialmente non è un procedimento logico, è “basato sulle azioni, e le azioni hanno un aspetto emotivo che va riconosciuto, perché Dio parla al cuore”.
Il suo catechismo durante l’udienza generale del mercoledì si è concentrato sul primo aspetto emotivo e sul tema del discernimento: la disperazione.
Disperazione
Ricordando gli esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola, papa Francesco dice che la disperazione può essere definita come «l’oscurità dell’anima, quando l’anima è turbata e si muove nel mondo e nella terra… senza speranza, senza amore, quando ci si ritrova completamente pigri, svogliati, tristi e separati dal proprio Creatore e Signore”.
Ha fatto notare che tutti abbiamo sperimentato in qualche modo la disperazione ma il problema che dobbiamo affrontare è come interpretarla, perché la disperazione ha qualcosa di importante da dirci e rischiamo di perderla se ci precipitiamo a liberarci dalla sensazione di vuoto.
Ha aggiunto che tutti noi desideriamo vivere sempre una vita felice, felice e appagante, ma questo non è sempre possibile e non sarà un bene per noi perché “un passaggio da una vita orientata al vizio può iniziare da uno stato di dolore e rimpianto per quello che ha fatto”.
Contrizione
Papa Francesco ha inoltre spiegato che, da un punto di vista etimologico, la parola “rimorsi” significa “una coscienza che morde (in italiano, morder) che non ci dà pace”.
Infatti, nel suo libro I Promessi Sposi, Alessandro Manzoni ha descritto la penitenza come un’opportunità per cambiare vita nel famoso dialogo tra il cardinale Federico Borromeo e Senza nome, che dopo una notte penosamente terribile si presenta al cardinale, che gli si rivolge con stupore. Le parole: “Porti una buona novella. Dio ha toccato il tuo cuore e ti ha attirato a Lui”.
Tristezza
Papa Francesco ha anche sottolineato l’importanza di imparare a “leggere” il dolore, che spesso viene visto come una cosa negativa, ma che invece “può essere un indispensabile campanello d’allarme nella vita, invitandoci ad esplorare un paesaggio più ricco e fertile di quello fugace e scappare non permette”.
San Tommaso, nel suo libro Summa Teologica, definisce il dolore come “dolore nell’anima” – come i nervi del corpo, il dolore reindirizza la nostra attenzione a un potenziale pericolo o beneficio che è stato trascurato. Pertanto, il dolore è «indispensabile per la nostra salute, ci protegge dal fare del male a noi stessi e agli altri» e «sarebbe molto più pericoloso e pericoloso se non lo sapessimo», ha detto il Papa.
Inoltre, per chi ha voglia di fare del bene, il dolore è un “ostacolo con cui il Marocco sta cercando di dissuaderci” e in questo caso bisogna agire in modo del tutto opposto a quanto proposto, intento a portare avanti quanto si è prefissato fuori da fare.
Il Papa ha fatto riferimento anche al richiamo dei Vangeli che il cammino verso il bene è angusto e arduo, e richiede jihad e autoconquista. Ha esortato coloro che vogliono servire Dio a non lasciarsi sviare dalla disperazione, soprattutto perché alcune persone rinunciano tristemente alla vita di preghiera o alle scelte che hanno fatto, per disperazione, «senza prima soffermarsi a considerare questo stato d’animo, e soprattutto senza la sua guida.”
“Una saggia regola pratica è quella di non apportare modifiche quando ti senti senza speranza. È il momento, piuttosto che l’umore del momento, che mostrerà il bene o il male delle nostre scelte”.
Le prove sono un momento importante
Poi papa Francesco ha preso l’esempio quando Gesù ha respinto le tentazioni con ferma determinazione. La tribolazione lo assalì da tutte le parti, ma Gesù era determinato a fare la volontà del Padre e non riuscirono a ostacolare la sua via.
Nella vita spirituale, il Papa ha detto: «La prova è un momento importante» perché «quando deciderai di servire il Signore, preparati alla prova» (Sir 2,1). Allo stesso modo, il professore accetta che lo studente abbia superato l’esame solo dopo che lo studente ha verificato se lo studente conosce le basi della materia.
“Se sappiamo come affrontare la solitudine e la disperazione con apertura e consapevolezza, possiamo uscirne più forti in termini umani e spirituali. Nessuna esperienza è così inverosimile”.
Papa Francesco ha concluso ripetendo le parole dell’apostolo Paolo che nessuno è sottoposto a tentazione oltre le sue capacità, perché il Signore non ci lascia mai, e con Lui possiamo vincere ogni tentazione.
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